domenica 30 settembre 2007

Anche Internet nel cestino

Visitate un blog - magari anche questo - e vi rendete conto che è orrendo?
Capitate in un sito e vi accorgete che non ci sono scritte altro che cavolate?
Trovate un portale e vorreste spaccare il monitor tanto vi ha schifato?
Bene (anche perché ho terminato i sinomini di sito...), allora collegatevi a questo spettacolare sito e agite!
E, ricordate: un giornale lo potete sempre stracciare e buttare nella pattumiera, un sito invece no!
...fino a oggi!

PS: Grazie a Selinunte per la segnalazione via chat.

venerdì 28 settembre 2007

Free burma

In questo blog non ho mai voluto scrivere di politica (quella con la "p" minuscola, per intenderci) per una scelta ben precisa, quella di lasciare fuori da questo spazio virtuale discussioni e prese di posizioni che, nella maggior parte dei casi, risultano o diventano strumentali. Non perché sia convinto che la politica non serva - anzi! - ma semplicemente perché sono convinto che non serva qui, in questo spazio di "pensieri e parole".
Sono tuttavia convinto che quello che sta accadendo in Myanmar, ex Birmania, con la politica non abbia niente a che vedere. Quando i diritti civili vengono calpestati e soprattutto quando il diritto alla comunicazione, a riportare i fatti così come accadono - senza commenti o prese di posizione - viene eliminato con il piombo, ecco che inizia ad andare in fibrillazione anche la mia coscienza da cronista di strada - perché tale mi sono sempre definito, a testa alta -, quella che mi spinge a cercare di raccontare la verità e i fatti in modo imparziale, puntuale e corretto (a volte non ci riesco, lo so, ma abbiate pazienza, sono un uomo anch'io e, comunque, quando questo accade non è mai volontario...).
Per questo da oggi in questo blog compare, in alto a destra, la nastrina "Free Burma", l'iniziativa di Blogosfere. L'informazione e la comunicazione sono l'unico mezzo per garantire la libertà (quella vera, non quella politica), per tutelare i diritti, per evitare soprusi. Perché - anche se troppi, anche a livello locale, anche chi vive vicino a me, anche tra chi conosco, non l'hanno purtroppo ancora capito - quando nessuno scrive, racconta o fotografa un fatto, è come se quello non fosse mai accaduto. E allora raccontiamo, fotografiamo e scriviamo. E che nessuno osi più sparare contro a chi lo fa.
Fabio

sabato 22 settembre 2007

Capolavori di grafica

Segnalo ai 25 gentili lettori del blog che l'autrice dell'apprezzatissimo logo che vedete qui sopra ha aperto una fotogallery on line, che potete visitare cliccando qui.
Riporto alcune altre creazioni qui sotto, tanto per darvi un'idea della bravura:

(NB: le foto utilizzate sono state reperite gratuitamente su Internet e restano tuttavia di proprietà degli autori)

Simpsons anch'io!

Fabio Simpsons

giovedì 20 settembre 2007

Buon compleanno alle "faccine"

Venticinque anni per la faccina digitale. Cade proprio quest'oggi (anche se è abbastanza controversa la data ufficiale della sua prima apparizione) il compleanno delle emoticon: contrazione del binomio «emotional icon» (più o meno icone delle emozioni). Inizialmente conosciute come smiley e per tutti, almeno in Italia, come «faccine». Erano infatti le 11,44 del 19 settembre 1982 quando Scott Fahlman, ricercatore d'informatica alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh inviò nella bacheca elettronica dell'università un messaggio che ha fatto storia. Visto che un recente scherzo sul funzionamento degli ascensori dell'ateneo non era stato capito, generando un allarme sicurezza per l'università, Fahlman propose di utilizzare nei futuri messaggi il simbolo :-) per indicare che si trattava appunto di uno scherzo, oppure :-( per sottolineare che l'informazione era seria. «Da leggere orizzontalmente», precisò.
Pochi mesi dopo una lunga lista di emoticon più complesse circolava già nelle altre Bbs. Dando il via a quello che è diventata non solo una moda, ma, di fatto una mania. «Un mio piccolo regalo al mondo», si è sempre limitato a commentare Fahlman, che dalla sua intuizione non ci guadagnò nulla visto come non brevettò mai la sua invenzione. Se è vero che Fahlman è considerato il papà delle «faccine», già qualcuno prima di lui provò a proporre l'utilizzo di simboli grafici nei messaggi per esprimere emozioni o stati d'animo. Era il 12 aprile 1979 quando Kevin McKenzie, inviando una e-mail agli iscritti a MsgGroup (uno dei primi sistemi di Bulletin board system, in sigla Bbs, ovvero un collegamento tra computer grazie alla linea telefonica), propose di aggiungere qualche elemento grafico per rendere meno freddi i testi dei messaggi. In particolare propose il simbolo )-» per segnalare una smorfia. Un'idea che non piacque per nulla agli altri utenti, che non seguirono il consiglio. E lasciando così, di fatto, «campo libero» a Fahlman.Il successo delle «emoticon» è divenuto planetario, divenendo di uso quotidiano - e pure apprezzato - da giovani e da adulti. Anche per via del fatto che la tribù delle «faccine» è andata via via crescendo di numero a significare le espressioni più disparate e colorite. Divertita, triste, arrabbiata, offesa, piagnucolante. E, ancora: con gli occhiali, col cappellino, con la linguaccia fuori, con l'aureola.
E se inizialmente le emoticon erano formate da semplici simboli grafici trovati sulla tastiera come :-) e :-( per il sorriso e il malumore, :-D per la risata, :'-( per il pianto, ;-) per l'occhiolino, :-O per lo stupore o :-S per lo sgomento ¿ oggi, grazie alle evoluzioni grafiche di programmi come i Messenger di Microsoft o di Yahoo, le faccine hanno assunto i contorni di vere facce, solitamente gialle forse per ricordare lo «smiley» realizzato da Harvey Ball e in voga negli Anni Settanta e Ottanta o il simpatico Pacman, antesignano dei videogiochi. Proprio un sondaggio di Yahoo Messenger ha permesso di scoprire che anche gli adulti apprezzano e usano le emoticon nei messaggi, anche in quelli seri. E lo fanno anche sul lavoro. Già, i professionisti mandano sms e mail con tanto di faccine a corredo per rendere più chiaro il contenuto del testo o il proprio stato d'animo. Insomma, le emoticon sono un modo in più per comunicare. A livello di dati, il 52% degli oltre 40 mila utenti intervistati ha più di trent'anni. E, di loro, il 55% ha ammesso di utilizzare le emoticon ogni giorno. Il 40% ha scoperto le faccine negli ultimi cinque anni.


Fabio Conti
(da L'Eco di Bergamo di mercoledì 19 settembre 2007)

Post di riflessione

Oggi per una occasione triste ho rivisto diverse persone che non vedevo più da qualche tempo. E devo dire, a costo di sembrare banale, che le ho trovate bene e ancora in gamba. Il tempo passa ma certe persone non cambiano mai. Di solito succede agli esempi negativi, stavolta invece no. Meno male.

sabato 1 settembre 2007

Ci mancavano i Puffi comunisti...

Esistono alcune teorie secondo cui il villaggio dei Puffi rispecchia l'ordinamento di una comunità comunista, dove non esiste denaro e vige la condivisione delle risorse tra tutti gli abitanti. Grande Puffo, in alcune versioni, viene paragonato a Stalin e Quattrocchi a Trotsky. Lo stesso Grande Puffo, capo del villaggio dei Puffi, è vestito di rosso e ha una lunga barba bianca, cosa che farebbe pensare a un ulteriore rimando al comunismo e allo stesso Karl Marx.
(da wikipedia.it)