sabato 28 aprile 2007

Si parte!

Fino a sabato prossimo, 5 maggio, se mi cercate mi trovate qui:
A questi altri due link, invece, qualche foto in anteprima, ovviamente in attesa delle mie ;-):
Hola!

sabato 21 aprile 2007

Libia arriviamo! -7


venerdì 6 aprile 2007

Credere senza prove


C'è un passaggio del Vangelo che mi ha sempre colpito. E' quando Gesù crocifisso viene insultato da uno dei due ladroni, che gli dice: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". (Luca 23, 39). Gesù invece resta lì, non fa niente per salvarsi, non fa niente perché Dio lo salvi. Anzi, poco dopo, invoca Dio, dicendo: "Padre, perchè mi hai abbandonato?".

Credo che questo sia il momento più profondo dell'incarnazione di Gesù. Cristo ha voluto diventare uomo in tutto e per tutto, in particolare nel momento della sofferenza. Proprio come ogni uomo anche Gesù soffre, si sente abbandonato da Dio. A quante persone è capitato di provare gli stessi sentimenti? Quante volte abbiamo sentito dire di persone che, in procinto di morire, hanno chiesto a Dio una mano e non l'hanno ottenuta? Quanti hanno pregato Dio senza ottenere risposta e quanti ne sono rimasti delusi?

In "Centochiodi" il bergamasco Ermanno Olmi fa dire al suo Cristo, inaspettatamente interpretato in modo eccellente da Raz Degan, all'incirca questo concetto: "Nel giorno del giudizio, non dovrò essere io a dover rendere conto a Dio di aver sprecato la mia intelligenza, ma dovrà essere Dio a rendere conto a me di tutta la sofferenza del mondo". Proprio come Cristo, ogni uomo, nel suo Venerdì Santo personale, si sente abbandonato da Dio, si chiede dove sia, lo implora perché intervenga, ma alla fine ne resta deluso, perché pensa di non meritarsi nemmeno tanta sofferenza, come dice l'altro ladrone crocefisso accanto a Gesù: "Noi lo meritiamo, lui invece non ha fatto niente di male".

"Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!", gridavano i passanti a Gesù. E ancora: "Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo".

Chiunque si sarebbe aspettato un gesto clamoroso. Ma sarebbe stato troppo facile credere così. La vera sfida è quella di credere a qualcosa senza alcuna prova. E, nel frattempo, portarsi appresso ciascuno la propria, pesante croce.

mercoledì 4 aprile 2007

I blog compiono 10 anni. Auguri.


TENDENZE La blog-mania non ha limiti

Una volta c’era il diario cartaceo. Ci si scrivevano sopra i propri pensieri, lo si chiudeva nel cassetto della scrivaniae poi lo rileggeva solo l’autore. Guai a chi altro avesse osato aprirlo. Oggi il diario viene pubblicato su Internet. La scrivania è diventata il desktop del computer e il diario è diventato pubblico. Non si chiama più diario ma blog, contrazione di web-log, termine inglese che quest’anno compie 10 anni: venne infatti coniato nel 1997 dal software designer Jorn Barger. E, trattandosi di un termine inglese, col passare del tempo non poteva che essere contratto: infatti nel 1999 il Web designer Peter Merholz mutò la parola nel più immediato blog. Oggi «to blog» in inglese è un verbo in tutto e per tutto. La traduzione italiana non esiste: sarebbe bloggare, termine evidentemente goffo e poco usato. Chiunque può realizzarsi un blog, tra l’altro senza spendere un cent e, come ormai Internet ci ha abituato, nel giro di pochi minuti. E senza conoscere il linguaggio html, quello che i programmatori usano per programmare. Chi scrive un blog si chiama blogger e, nel suo spazio, ha piena libertà di esprimere pensieri e opinioni, ma anche pubblicare foto e filmati. Tra i principali fornitori di «servizi di hosting», ovvero di spazio per ospitare - gratis - un blog, in Italia ci sono Splinder (http://www.splinder.com/), Blogger (http://www.blogger.com/), Msn spaces (http://spaces.msn.com/) o Giovani.it (http://my.giovani.it).
I NUMERI Ma, a 10 anni dalla loro invenzione, quanti sono oggi nel mondo i blog? Una domanda, questa, alla quale è difficile dare una risposta. Le stime dicono che ogni secondo nel mondo nasce un nuovo blog e che ogni secondo vengono inviati a blog già esistenti 10 post, che altro non sono che i messaggi del blogger. Gli ultimi dati parlano di qualcosa come 25 milioni di blog in tutto il mondo, anche se la loro continua diffusione rende praticamente inutile qualsiasi conteggio. La caratteristica principale di un blog è il fatto di essere ideato e gestito direttamente da una persona. Infatti la maggior parte viene letta da una ristretta cerchia di conoscenti, anche perché il singolo blog non viene automaticamente segnalato dai motori di ricerca. A dare un ordine ai blog italiani ci ha pensato, per esempio, BlogItalia (www.blogitalia.it), che ha suddiviso i blog per argomento e provenienza. In tutto la directory raccoglie quasi 17 mila blog: 7.000 sono personali, 5.200 trattano di arte e cultura, 4.400 di attualità e notizie, 3.600 di hobby e passioni, 3.400 di moda, 3.200 di politica e società e via dicendo, fino ai «soli» 557 blog che trattano di giochi e videogiochi. BlogItalia fornisce dunque una buona panoramica sul fenomeno nel nostro Paese, anche se l’inserimento nell’elenco non è automatico. L’azienda di ricerche di mercato «Swg» ha avviato, il 24 gennaio scorso, il progetto «Diario aperto» (http://ricercadiarioaperto.splinder.com/), un questionario rivolto a tutti gli internauti sul fenomeno dei blog.
VANTAGGI E PROBLEMI Accanto ai vantaggi di poter scrivere liberamente i propri pensieri e dar vita a dibattiti, i blog hanno anche degli aspetti negativi, che ricadono in primis sugli utenti di Internet. È infatti evidente che, proprio perché chiunque può scrivere ciò che vuole sul proprio spazio e chiunque lo può leggere, il livello di autorevolezza e quello di qualità di quanto scritto rappresentano il principale problema dei blog. Per essere conosciuto, un blog deve essere linkato in altri blog già visitati: vale a dire che in questi ultimi ci deve essere un collegamento all’altro blog. Questo è il sistema più utilizzato per farsi conoscere nella rete.
I PIÙ VISTI Secondo i dati di Technorati, società che da qualche anno censisce i blog a livello mondiale, il blog italiano più cliccato è quello del comico genovese Beppe Grillo(http://www.beppegrillo.it/). Lo stesso emerge anche dalla classifica di BlogItalia. E ormai anche le istituzioni hanno scoperto che i blog sono il modo più diretto per comunicare con i cittadini: per esempio il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro utilizza il proprio blog (http://www.antoniodipietro.it/) per far sapere, attraverso videomessaggi, le decisioni prese durante le riunioni del Consiglio dei ministri. Lo stesso vale per le case automobilistiche: la Fiat, per il lancio di Bravo, ha aperto il blog http://www.quellichebravo.it/. Ma, accanto ai blog dei volti e marchi già noti, la rete è piena di blog senza scopi pubblicitari o di business. E anche blog di «invisibili»: è il caso di «Non superare la linea gialla», gestito direttamente dai senzatetto della stazione centrale di Milano. Un blog che raccoglie storie di vita e di emarginazione, foto nei sacchi a pelo, poesie, ma anche appelli del tipo: «Antonello è ammalato. Se qualcuno conosce un medico, si faccia avanti». Seguono 36 post di risposta. E poi ci sono i blog contro la solitudine, come quello di Maria Amelia, una signora spagnola di 95 anni (http://amis95.blogspot.com). Insomma, come nella vita, anche tra i blog se ne vedonodavvero di tutti i colori.
Fabio Conti
(da L'Eco di Bergamo, 04/04/07)