mercoledì 4 aprile 2007

I blog compiono 10 anni. Auguri.


TENDENZE La blog-mania non ha limiti

Una volta c’era il diario cartaceo. Ci si scrivevano sopra i propri pensieri, lo si chiudeva nel cassetto della scrivaniae poi lo rileggeva solo l’autore. Guai a chi altro avesse osato aprirlo. Oggi il diario viene pubblicato su Internet. La scrivania è diventata il desktop del computer e il diario è diventato pubblico. Non si chiama più diario ma blog, contrazione di web-log, termine inglese che quest’anno compie 10 anni: venne infatti coniato nel 1997 dal software designer Jorn Barger. E, trattandosi di un termine inglese, col passare del tempo non poteva che essere contratto: infatti nel 1999 il Web designer Peter Merholz mutò la parola nel più immediato blog. Oggi «to blog» in inglese è un verbo in tutto e per tutto. La traduzione italiana non esiste: sarebbe bloggare, termine evidentemente goffo e poco usato. Chiunque può realizzarsi un blog, tra l’altro senza spendere un cent e, come ormai Internet ci ha abituato, nel giro di pochi minuti. E senza conoscere il linguaggio html, quello che i programmatori usano per programmare. Chi scrive un blog si chiama blogger e, nel suo spazio, ha piena libertà di esprimere pensieri e opinioni, ma anche pubblicare foto e filmati. Tra i principali fornitori di «servizi di hosting», ovvero di spazio per ospitare - gratis - un blog, in Italia ci sono Splinder (http://www.splinder.com/), Blogger (http://www.blogger.com/), Msn spaces (http://spaces.msn.com/) o Giovani.it (http://my.giovani.it).
I NUMERI Ma, a 10 anni dalla loro invenzione, quanti sono oggi nel mondo i blog? Una domanda, questa, alla quale è difficile dare una risposta. Le stime dicono che ogni secondo nel mondo nasce un nuovo blog e che ogni secondo vengono inviati a blog già esistenti 10 post, che altro non sono che i messaggi del blogger. Gli ultimi dati parlano di qualcosa come 25 milioni di blog in tutto il mondo, anche se la loro continua diffusione rende praticamente inutile qualsiasi conteggio. La caratteristica principale di un blog è il fatto di essere ideato e gestito direttamente da una persona. Infatti la maggior parte viene letta da una ristretta cerchia di conoscenti, anche perché il singolo blog non viene automaticamente segnalato dai motori di ricerca. A dare un ordine ai blog italiani ci ha pensato, per esempio, BlogItalia (www.blogitalia.it), che ha suddiviso i blog per argomento e provenienza. In tutto la directory raccoglie quasi 17 mila blog: 7.000 sono personali, 5.200 trattano di arte e cultura, 4.400 di attualità e notizie, 3.600 di hobby e passioni, 3.400 di moda, 3.200 di politica e società e via dicendo, fino ai «soli» 557 blog che trattano di giochi e videogiochi. BlogItalia fornisce dunque una buona panoramica sul fenomeno nel nostro Paese, anche se l’inserimento nell’elenco non è automatico. L’azienda di ricerche di mercato «Swg» ha avviato, il 24 gennaio scorso, il progetto «Diario aperto» (http://ricercadiarioaperto.splinder.com/), un questionario rivolto a tutti gli internauti sul fenomeno dei blog.
VANTAGGI E PROBLEMI Accanto ai vantaggi di poter scrivere liberamente i propri pensieri e dar vita a dibattiti, i blog hanno anche degli aspetti negativi, che ricadono in primis sugli utenti di Internet. È infatti evidente che, proprio perché chiunque può scrivere ciò che vuole sul proprio spazio e chiunque lo può leggere, il livello di autorevolezza e quello di qualità di quanto scritto rappresentano il principale problema dei blog. Per essere conosciuto, un blog deve essere linkato in altri blog già visitati: vale a dire che in questi ultimi ci deve essere un collegamento all’altro blog. Questo è il sistema più utilizzato per farsi conoscere nella rete.
I PIÙ VISTI Secondo i dati di Technorati, società che da qualche anno censisce i blog a livello mondiale, il blog italiano più cliccato è quello del comico genovese Beppe Grillo(http://www.beppegrillo.it/). Lo stesso emerge anche dalla classifica di BlogItalia. E ormai anche le istituzioni hanno scoperto che i blog sono il modo più diretto per comunicare con i cittadini: per esempio il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro utilizza il proprio blog (http://www.antoniodipietro.it/) per far sapere, attraverso videomessaggi, le decisioni prese durante le riunioni del Consiglio dei ministri. Lo stesso vale per le case automobilistiche: la Fiat, per il lancio di Bravo, ha aperto il blog http://www.quellichebravo.it/. Ma, accanto ai blog dei volti e marchi già noti, la rete è piena di blog senza scopi pubblicitari o di business. E anche blog di «invisibili»: è il caso di «Non superare la linea gialla», gestito direttamente dai senzatetto della stazione centrale di Milano. Un blog che raccoglie storie di vita e di emarginazione, foto nei sacchi a pelo, poesie, ma anche appelli del tipo: «Antonello è ammalato. Se qualcuno conosce un medico, si faccia avanti». Seguono 36 post di risposta. E poi ci sono i blog contro la solitudine, come quello di Maria Amelia, una signora spagnola di 95 anni (http://amis95.blogspot.com). Insomma, come nella vita, anche tra i blog se ne vedonodavvero di tutti i colori.
Fabio Conti
(da L'Eco di Bergamo, 04/04/07)

Nessun commento: