venerdì 28 dicembre 2007

Blog chiuso per anno nuovo fino al 5 gennaio 2008

Domani si parte per Merano e il blog non sarà
aggiornato fino al 5 gennaio 2008.
Auguro a tutti quelli che ogni tanto passano di qui
di trascorrere un sereno anno nuovo!
Nel frattempo cercherò di imparare a sciare.
Auguroni!
Fabio

venerdì 21 dicembre 2007

Come eravamo...

Il 2 marzo 1991 Treviglio (dalla Geromina al mercato) era così...

Ufo?

Stupore in Giappone
«Prepariamoci a combattere gli alieni»
Due esponenti del governo nipponico ammettono l'esistenza degli Ufo

TOKIO – Il capo di Stato maggiore delle Forze di autodifesa giapponesi, il ministro Shigeru Ishiba, ha affermato che il Giappone deve prepararsi preventivamente ad un possibile attacco da parte degli alieni. E non è il solo a pensarla così. Capita di rado, o quasi mai, che un responsabile governativo si sbilanci ufficialmente, quando viene sollecitato sull'argomento dell'esistenza di oggetti non identificati, gli Ufo Per questo hanno suscitato grande curiosità e sbigottimento in questi giorni a Tokio e in tutto il Giappone le dichiarazioni di importanti esponenti politici.

RISPOSTE STEREOTIPATE - Il primo ad esporsi pubblicamente è stato il capo di gabinetto nipponico, Nobutaka Machimura, martedì scorso durante una conferenza stampa. Alle domande insistenti dei giornalisti sui recenti avvistamenti di oggetti non identificati nei cieli del Sol Levante il ministro ha ammesso, senza giri di parole, che «il governo può solo offrire risposte stereotipate a questa domanda – ma personalmente, credo definitivamente che gli Ufo esistano». «Non dovrei aggiungere altro, ma vorrei veramente che queste domande venissero poste con più frequenza», ha detto.

GODZILLA - Come scrive il quotidiano Kyodo News sulla sua pagina online, quest'oggi è stato invece il turno di un secondo ministro, quello alla Difesa, Shigeru Ishiba. «Non c'è nessun motivo per negare ulteriormente che oggetti non identificati (Ufo) esistono, e che questi vengono controllati da un'altra forma di vita», ha detto ai reporter, specificando tuttavia che si tratta di un'esternazione a titolo personale. «Verificherò se l'esercito del Giappone sia in grado di affrontare un attacco alieno - del resto, anche nei film di Godzilla sono di fatto le truppe giapponesi ad entrare in azione», ha affermato Ishiba. «Non si capisce come mai», ha poi aggiunto, «la nostra legislazione non dispone ancora di alcuna direttiva nel caso di un'invasione extraterrestre». Pure in questo caso il politico ha voluto sottolineare che quella espressa era solo un'opinione personale.

ATTACCO - Con la sua Costituzione estremamente pacifista, il Giappone rinuncia ad avere delle forze armate predisposte per una guerra, e si vieta ogni partecipazione militare a conflitti internazionali. Dalla fine della seconda guerra mondiale Tokyo ha avuto solo una Forza di Autodifesa.

domenica 16 dicembre 2007

Neve wait (o meglio, white) us!

Bene, bene, bene. Rispetto all'anno scorso, quando venne sparacchiata dai cannoni (di cui abbiamo una diapositiva)...

...quest'anno a Merano 2000 sembra che la neve abbia già deciso di cadere naturalmente (leggasi: «in modo naturale» e non come «ovviamente»...), come testimonia l'ultimo bollettino disponibile:

Natale in crociera

Il film mi ha fatto più che altro venire voglia di andare in crociera! Laura, stai pronta! ;-) E comunque mi è sembrata la classica commedia all'italiana, con battute singolari e umorismo fine a sé stesso. Il tutto condito in una miscela di sponsor (piuttosto evidenti, non si può certo parlare di pubblicità occulta), bei paesaggi e ottima fotografia (in senso cinematografico).

La trama è la forse la più classica delle commedie italiane, con il solito doppiogioco di De Sica che mi ha un po' ricordato i film Anni Ottanta di Pippo Franco. Il tutto rivisto però in una chiave più moderna. Le due storie parallele (De Sica-Yespica-Brilli e De Luigi-Hunziker) sono entrambe divertenti (a parte quando De Sica schiaccia la testa di De Luigi nel portabaglaglio a mano dell'aereo, le due vidende non si incrociano mai), anche se ho personalmente preferito la seconda.

Ed ecco la scheda del film e alcune foto:

Genere: Commedia
Titolo originale: Natale in crociera
Nazione: Italia
Anno produzione: 2007
Durata: 109'
Regia: Neri Parenti
Cast: Christian De Sica, Michelle Hunziker, Fabio De Luigi, Aida Yespica, Alessandro Siani, Nancy Brilli
Produzione: Filmauro
Distribuzione: Filmauro
Sceneggiatura: Fausto Brizzi, Marco Martani, Neri Parenti



domenica 11 novembre 2007

Religioni

A questo indirizzo ho trovato un simpatico test che consente di verificare quale sia la migliore religione per ciascuno di noi: vi invito a farlo, è abbastanza divertente.
I miei risultati sono stati i seguenti (non che mi abbiano stupito, in realtà...):

Il tuo risultato è Cristianesimo. Le tue credenze si avvicinano maggiormente a quelle del Cristianesimo. Fai qualche ricerca a riguardo e considera l'idea di diventare cristiano se non lo sei già. Il Cristianesimo è la seconda delle tre grandi religione monoteistiche. Segue l'Ebraismo ed è seguita dall'Islam. Differisce nella figura di Gesù, visto non come un profeta o una figura storica, ma come l'incarnazione di Dio, e la Sacra Trinità è il concetto che Gesù assume tre forme: il Padre (Dio), il Figlio (Gesù) e lo Spirito Santo. Gesù predicò l'idea dell'amore e del perdono al posto della vendetta, anche verso i propri nemici. I cristiani credono che Gesù morì sulla croce per salvare gli uomini e perdonarli dei loro peccati. Nel corso della storia il Cristianesimo si è frammentato in numerosi culti e dottrine, creando spaccature all'interno della Cristianità.

Cristianesimo
100%

Ebraismo
80%
Confucianesimo
80%
Buddismo
75%
Satanismo
40%

Islam
40%
Induismo
40%

Paganesimo
30%
Paranormale
25%

Agnosticismo
10%
Ateismo
0%

martedì 6 novembre 2007

Lunga è la notte

Un particolare mi ha colpito delle ultime ore di vita di Enzo Biagi. L'altro giorno le figlie hanno raccontato ai cronisti che il padre, dopo essersi svegliato, dal letto dell'ospedale chiedeva e si informava sugli ultimi fatti di attualità. Cronista fino all'ultimo, verrebbe da dire, con una frase fatta.

Dopo decenni trascorsi a raccontare i fatti per gli altri, a vivere in prima persona gli eventi per poterli testimoniare ai lettori e ai telespettatori, anche dal suo ultimo letto Biagi si è informato, ha voluto sapere, ha chiesto. Un "difetto" che è intrinseco nei cronisti, mi viene da pensare. Anche quando ormai non c'è più nessun lettore, anche quando non servirebbe più riferire ad alcuno quello che si è segnato nel taccuino della memoria. Una deformazione professionale che forse soltanto chi è "del mestiere" riesce a comprendere senza scambiarla per morbosa curiosità o per inutile interessamento. Di Biagi ho sempre apprezzato l'umiltà, il senso di servizio che traspariva dai suoi testi, il desiderio di informare chi sta dall'altra parte della pagina. Un insegnamento di umiltà: perché quando la pagina è bianca e va rimpita viene automatico pensare che dall'altra parte possa leggere il tuo pezzo chiunque. E tu sai che lo scrivi per tutti, non per una parte politica, non per far piacere a qualcuno. Per tutti: dalla nonnina in pensione all'imprenditore in carriera, dallo studente al pendolare, dall'operaio al dirigente aziendale.

E allora ti autoimponi di essere corretto con tutti loro, perché glielo devi: perché andranno a comprare il tuo giornale e perché loro stessi ti chiedono di raccontargli quanto non hanno potuto vedere di persona. E poi essere corretti con i lettori significa essere corretto anche con te stesso, essendo tu il primo lettore del tuo pezzo. È un onore scrivere, caro Biagi: l'ho imparato anche da lei. O meglio, i suoi testi me l'hanno insegnato: che poi io l'abbia in effetti imparato, non devo certo essere io a dirlo. Ma ho capito che è un onore andare "sul posto" a seguire un fatto di cronaca. Ecco perché mi sono sempre autoimposto l'imparzialità. Ecco perché di lei ho cercato di imitare l'umiltà, il fatto di non sbandierare mai di essere giornalista come fosse un vanto.

Stare invece in disparte, a osservare, a prendere nota per riportare al meglio i fatti, senza troppe intromissioni. Lì nella mia libreria c'è uno dei suoi testi, "Lunga è la notte". Ora per lei è notte davvero. Ma qualora si dovesse essere risvegliato da qualche altra parte, so che la prima cosa che, taccuino alla mano avrà chiesto, sarà stata: "Cos'è successo?".

domenica 28 ottobre 2007

Nalut

Nalut (Libia); un Kwar, magazzino fortificato ai margini del deserto, utilizzato dai berberi per custodire gli alimenti e rifugiarsi in caso di pericolo.

sabato 27 ottobre 2007

Tutti qui
i miei sguardi
oltre il cielo
in un salto
per vederlo
una volta
dall'alto...

venerdì 26 ottobre 2007

Prime pagine on line

Segnalo che a questo indirizzo è possibile leggere ogni giorno le prime pagine dei principali quotidiani nazionali. Per gli amanti del genere...

Fanzine online

Segnalo il mio contriuto (addirittura in copertina! Grazie Gianluca...) alla fanzine di questo mese "Di là dal ponte": potete scaricarla -ovviamente gratis - cliccando in basso a destra, dove appare la copertina. Buona lettura!

venerdì 12 ottobre 2007

Femminismo?

mercoledì 10 ottobre 2007

È nato il forum della Geradadda!

Vi comunico ufficialmente la nascita del nuovo forum sulla, della e per la Geradadda. Si trova all'indirizzo:


Visitatelo, partecipate, diffondetelo!

Buona lettura!

domenica 30 settembre 2007

Anche Internet nel cestino

Visitate un blog - magari anche questo - e vi rendete conto che è orrendo?
Capitate in un sito e vi accorgete che non ci sono scritte altro che cavolate?
Trovate un portale e vorreste spaccare il monitor tanto vi ha schifato?
Bene (anche perché ho terminato i sinomini di sito...), allora collegatevi a questo spettacolare sito e agite!
E, ricordate: un giornale lo potete sempre stracciare e buttare nella pattumiera, un sito invece no!
...fino a oggi!

PS: Grazie a Selinunte per la segnalazione via chat.

venerdì 28 settembre 2007

Free burma

In questo blog non ho mai voluto scrivere di politica (quella con la "p" minuscola, per intenderci) per una scelta ben precisa, quella di lasciare fuori da questo spazio virtuale discussioni e prese di posizioni che, nella maggior parte dei casi, risultano o diventano strumentali. Non perché sia convinto che la politica non serva - anzi! - ma semplicemente perché sono convinto che non serva qui, in questo spazio di "pensieri e parole".
Sono tuttavia convinto che quello che sta accadendo in Myanmar, ex Birmania, con la politica non abbia niente a che vedere. Quando i diritti civili vengono calpestati e soprattutto quando il diritto alla comunicazione, a riportare i fatti così come accadono - senza commenti o prese di posizione - viene eliminato con il piombo, ecco che inizia ad andare in fibrillazione anche la mia coscienza da cronista di strada - perché tale mi sono sempre definito, a testa alta -, quella che mi spinge a cercare di raccontare la verità e i fatti in modo imparziale, puntuale e corretto (a volte non ci riesco, lo so, ma abbiate pazienza, sono un uomo anch'io e, comunque, quando questo accade non è mai volontario...).
Per questo da oggi in questo blog compare, in alto a destra, la nastrina "Free Burma", l'iniziativa di Blogosfere. L'informazione e la comunicazione sono l'unico mezzo per garantire la libertà (quella vera, non quella politica), per tutelare i diritti, per evitare soprusi. Perché - anche se troppi, anche a livello locale, anche chi vive vicino a me, anche tra chi conosco, non l'hanno purtroppo ancora capito - quando nessuno scrive, racconta o fotografa un fatto, è come se quello non fosse mai accaduto. E allora raccontiamo, fotografiamo e scriviamo. E che nessuno osi più sparare contro a chi lo fa.
Fabio

sabato 22 settembre 2007

Capolavori di grafica

Segnalo ai 25 gentili lettori del blog che l'autrice dell'apprezzatissimo logo che vedete qui sopra ha aperto una fotogallery on line, che potete visitare cliccando qui.
Riporto alcune altre creazioni qui sotto, tanto per darvi un'idea della bravura:

(NB: le foto utilizzate sono state reperite gratuitamente su Internet e restano tuttavia di proprietà degli autori)

Simpsons anch'io!

Fabio Simpsons

giovedì 20 settembre 2007

Buon compleanno alle "faccine"

Venticinque anni per la faccina digitale. Cade proprio quest'oggi (anche se è abbastanza controversa la data ufficiale della sua prima apparizione) il compleanno delle emoticon: contrazione del binomio «emotional icon» (più o meno icone delle emozioni). Inizialmente conosciute come smiley e per tutti, almeno in Italia, come «faccine». Erano infatti le 11,44 del 19 settembre 1982 quando Scott Fahlman, ricercatore d'informatica alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh inviò nella bacheca elettronica dell'università un messaggio che ha fatto storia. Visto che un recente scherzo sul funzionamento degli ascensori dell'ateneo non era stato capito, generando un allarme sicurezza per l'università, Fahlman propose di utilizzare nei futuri messaggi il simbolo :-) per indicare che si trattava appunto di uno scherzo, oppure :-( per sottolineare che l'informazione era seria. «Da leggere orizzontalmente», precisò.
Pochi mesi dopo una lunga lista di emoticon più complesse circolava già nelle altre Bbs. Dando il via a quello che è diventata non solo una moda, ma, di fatto una mania. «Un mio piccolo regalo al mondo», si è sempre limitato a commentare Fahlman, che dalla sua intuizione non ci guadagnò nulla visto come non brevettò mai la sua invenzione. Se è vero che Fahlman è considerato il papà delle «faccine», già qualcuno prima di lui provò a proporre l'utilizzo di simboli grafici nei messaggi per esprimere emozioni o stati d'animo. Era il 12 aprile 1979 quando Kevin McKenzie, inviando una e-mail agli iscritti a MsgGroup (uno dei primi sistemi di Bulletin board system, in sigla Bbs, ovvero un collegamento tra computer grazie alla linea telefonica), propose di aggiungere qualche elemento grafico per rendere meno freddi i testi dei messaggi. In particolare propose il simbolo )-» per segnalare una smorfia. Un'idea che non piacque per nulla agli altri utenti, che non seguirono il consiglio. E lasciando così, di fatto, «campo libero» a Fahlman.Il successo delle «emoticon» è divenuto planetario, divenendo di uso quotidiano - e pure apprezzato - da giovani e da adulti. Anche per via del fatto che la tribù delle «faccine» è andata via via crescendo di numero a significare le espressioni più disparate e colorite. Divertita, triste, arrabbiata, offesa, piagnucolante. E, ancora: con gli occhiali, col cappellino, con la linguaccia fuori, con l'aureola.
E se inizialmente le emoticon erano formate da semplici simboli grafici trovati sulla tastiera come :-) e :-( per il sorriso e il malumore, :-D per la risata, :'-( per il pianto, ;-) per l'occhiolino, :-O per lo stupore o :-S per lo sgomento ¿ oggi, grazie alle evoluzioni grafiche di programmi come i Messenger di Microsoft o di Yahoo, le faccine hanno assunto i contorni di vere facce, solitamente gialle forse per ricordare lo «smiley» realizzato da Harvey Ball e in voga negli Anni Settanta e Ottanta o il simpatico Pacman, antesignano dei videogiochi. Proprio un sondaggio di Yahoo Messenger ha permesso di scoprire che anche gli adulti apprezzano e usano le emoticon nei messaggi, anche in quelli seri. E lo fanno anche sul lavoro. Già, i professionisti mandano sms e mail con tanto di faccine a corredo per rendere più chiaro il contenuto del testo o il proprio stato d'animo. Insomma, le emoticon sono un modo in più per comunicare. A livello di dati, il 52% degli oltre 40 mila utenti intervistati ha più di trent'anni. E, di loro, il 55% ha ammesso di utilizzare le emoticon ogni giorno. Il 40% ha scoperto le faccine negli ultimi cinque anni.


Fabio Conti
(da L'Eco di Bergamo di mercoledì 19 settembre 2007)

Post di riflessione

Oggi per una occasione triste ho rivisto diverse persone che non vedevo più da qualche tempo. E devo dire, a costo di sembrare banale, che le ho trovate bene e ancora in gamba. Il tempo passa ma certe persone non cambiano mai. Di solito succede agli esempi negativi, stavolta invece no. Meno male.

sabato 1 settembre 2007

Ci mancavano i Puffi comunisti...

Esistono alcune teorie secondo cui il villaggio dei Puffi rispecchia l'ordinamento di una comunità comunista, dove non esiste denaro e vige la condivisione delle risorse tra tutti gli abitanti. Grande Puffo, in alcune versioni, viene paragonato a Stalin e Quattrocchi a Trotsky. Lo stesso Grande Puffo, capo del villaggio dei Puffi, è vestito di rosso e ha una lunga barba bianca, cosa che farebbe pensare a un ulteriore rimando al comunismo e allo stesso Karl Marx.
(da wikipedia.it)

giovedì 30 agosto 2007

Domanda

«Chiedersi cosa c’era prima del Big Bang è una domanda senza
senso. È come chiedersi cosa ci sia più a Sud del Polo Sud»
Stephen Hawking
(astrofisico, Università di Cambridge)

giovedì 23 agosto 2007

mercoledì 22 agosto 2007

Gerundiumdando

Quest'anno la GerundiumFest* di Casirate mi sembra più massacrante che mai! Finora ci sono stato due volte (e dura fino al 9 settembre) e devo dire che il clima è migliore degli scorsi anni. E pure la cucina lo è (esclusa la pizza, ma solo perché non l'ho ancora assaggiata). Come sempre vedi o intravedi gente che conoscevi anni prima e che magari hai perso di vista perché le strade - a volte per fortuna - si sono allontanate: qualcuno ti saluta, altri fanno finta di non vederti, altri ancora proprio non ti vedono. E probabilmente qualcuno non l'ho visto nemmeno io e me ne scuso. Il concerto di ieri sera - suonavano i Bruco Xp o qualcosa del genere - non mi è piaciuto: non tanto perché suonassero male, quanto piuttosto perché mi sembravano un po' disorganizzati come gruppo. Poche storie, le pause di silenzio tra un brano e l'altro non ci devono essere! L'altra sera, invece, ero troppo impegnato con la cena e la combriccola, oltre che troppo distante dal palcoscenico, per valutare chi cantava e suonava. Ieri sera mi sono invece divertito parecchio. Sarà per la compagnia, che ringrazio. La caraffa l'ho già messa su un ripiano della libreria come cimelio.



* su questo nome e sulla sua origine avrei qualcosa da dire, ma lo farò soltanto nel 2017: il perché non posso anticiparvelo, ovviamente. Attendete fiduciosi altri dieci anni.....

sabato 18 agosto 2007

Tanto va il Fabio al lardo...

Lardo d'Arnad DOP
(Valle d'Aosta Lard d'Arnad DOP)
Riconoscimento DOP: Reg. CE n.1263/96
La produzione è limitata al comune valdostano di Arnad

L'origine di questo salume è remota: la prima citazione si ha in un documento del 1570.I suini utilizzati, di peso non inferiore ai 160 kg, devono essere allevati, oltre che in Valle d'Aosta, in Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto.Nella produzione del lardo di Arnad si devono osservare due caratteristiche fondamentali: l'alimentazione dei maiali, che esclude mangimi integrati a favore di castagne e soli ortaggi e la stagionatura del lardo medesimo, per la quale sono utilizzati aromi locali e spezie (aglio, rosmarino, alloro, chiodi di garofano, cannella, ginepro, salvia, noce moscata e achillea millefoglie). Il lardo, una volta tagliato, viene inserito in un recipiente apposito, il "doil", fabbricato in passato dagli artigiani in legno di castagno, oggi sostituito da acciaio o materiale plastico per alimenti. Si ricopre con la miscela di spezie e si aggiunge poi una salamoia fatta con acqua, sale grosso e ancora parte delle spezie. Il tutto rimane chiuso a stagionare per almeno tre mesi. Se invece si decide per una stagionatura lunga, la salamoia viene sostituita da vino bianco. Il gusto finale dovrà risultare delicato ma ben profumato dalle spezie impiegate.

martedì 7 agosto 2007

martedì 24 luglio 2007

Scene da un matrimonio / 2








sabato 21 luglio 2007

Wedding




mercoledì 18 luglio 2007

Waiting the iPhone

Mentre in Italia si attende l'arrivo dell'iPhone, negli Usa l'aggeggio sta già spopolando. Tant'è che nei negozi ci sono già le code per acquistarlo. Ed ecco di seguito le dieci frasi più ascoltate appunto nelle code:

10 - “Finalmente posso telefonare e guardare Laverne & Shirley nello stesso momento.”
9 - “Posso chiamare Marte con questo affare?”
8 - “Spiacente gente, Apple ha appena annunciato che ormai è obsoleto.”
7 - “Torno subito, devo fare iPipì”
6 - “Il sistema operativo dell’iPhone e l’acceleratore… Non so che caspita sto dicendo!”
5 - “Ecco perché i terroristi ci odiano”
4 - “Chi vuole comprare l’iPhone si metta a sinistra, i ladri di iPhone stiano a destra”
3 - “499 dollari per la versione con 4 gigabyte e 599 dollari per quella deluxe che fa anche i waffle.”
2 - “Voglio cambiare il mio nome in iLarry.”
1 - “Non mi importa cosa fa d’altro, basta che vibri…”

martedì 17 luglio 2007

D'altronde...

«Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
perché con questa spada vi uccido quando voglio»

giovedì 12 luglio 2007

Biscotti ripieni


Vabbè, una volta nei biscotti al massimo ci trovavi mosche o muffa. Adesso trovi pezzi di simcard. È proprio vero che i tempi sono cambiati, ma non è pazzesco tutto questo? La prima volta che mi capita di prendere un sacchetto di patatine controllerò ben bene prima di sgranocchiare: mica che ci trovo dentro l'auricolare di un iPod...

martedì 10 luglio 2007

Torino

Le uniche volte in cui ero stato, in precedenza, a Torino, mi ero limitato a visitare la casa madre dei Salesiani (due o tre volte in gita scolastica, un'altra per partecipare all'ordinazione sacerdotale di un carissimo amico) e la chiesa dove - in occasione del Giubileo - era stata esposta la Sindone.
Esperienze tutte interessanti, non l'ho mai negato, ma che non mi avevano mai consentito di farmi davvero un'idea di come fosse questa grande città del Nordovest d'Italia, che in tanti mi definivano "misteriosa" e "affascinante", ma anche "triste e malinconica".
La scorsa settimana sono stato, a distanza di alcuni anni, di nuovo a Torino, per la prima volta per lavoro, e ho avuto l'occasione - anche se solo per una serata - di scoprire alcuni scorci della città sabauda - anzi, della "capitale sabauda", come mi hanno fatto notare alcuni leggendo un mio pezzo - che davvero non avrei mai immaginato.
Posto che ero lì per seguire un evento Fiat e che, in ogni angolo, c'era qualche accenno alla nota casa automobilistica appunto torinese. Posto anche che, in occasione del lancio della nuova 500, avevano organizzato anche la "notte bianca" e che, per le strade, c'erano migliaia di persone. Cio premesso, devo dire che questa città mi ha affascinato. Raggiungere dal prestigioso hotel dove alloggiavo - il Santo Stefano di via Porta Palatina - la vicina piazza Castello nel cuore della notte e poi proseguire fino a scrutare, tra i lussuosi palazzi, una Mole Antonelliana che svetta - illuminata ottimamente - e fa da cornice a un paesaggio notturno quasi surreale, è stata davvero una esperienza suggestiva.
Proseguire poi nei viali XX Settembre e Garibaldi, ovviamente cono gelato in mano, e ricevere così tanti richiami visivi in ogni scorci dove guardassi, mi ha lasciaato un'impressione più che positiva di Torino. E sì che non ho visto nemmeno il 2% di quanto - mi hanno detto - offra la città. Mi riprometto di tornarci, stavolta accompagnato, per riprendere la visita da dove l'ho lasciata.
Una piccola nota per la simpatia dei torinesi e per il nuovo amico svedese Stephen: sicuramente il fatto che viaggiassimo su un'auto nuova di zecca, mai vista in giro, e che fossimo su una nuova 500 in quel di Torino, ha contribuito. Ma devo ammettere che tante persone, ai numerosi semafori rossi, si sono dimostrate così affabili e socievoli come davvero non mi sarei mai aspettato in una città del Nord. Non li posso assicurare che quanto hanno detto e chiesto - non tanto per noi, quanto per la neonata del Lingotto - sia riuscito a renderlo pienamente (col mio inglese!) al collega d'oltralpe: però ci ho provato e lui è sembrato divertito.
Mentre della passeggiata notturna non ho - volutamente e stranamente - scattato alcuna fotografia (quella a lato è solo simbolica ed è tratta da Internet), del tour in 500 sì. A breve - appena saranno scaduti i tempi per le "esclusive" - ne pubblicherò qualcuna qui.

giovedì 5 luglio 2007

Vita al contrario?

Stamattina a Torino, alla conferenza stampa internazionale di presentazione della nuova 500, il responsabile del marchio Fiat Luca De Meo ha letto una citazione di Woody Allen che mi è sembrata particolarmente carina e che, per questo, ho puntualmente annotato sul mio taccuino griffato Fiat e 500 con la mia Bic altrettanto griffata. Ecco la citazione:

«La vita dovrebbe essere vissuta al contrario. Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così il trauma è già bello che superato. Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi ti dimettono perchè stai bene, e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione, e te la godi al meglio. Col passare del tempo, le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono. Poi inizi a lavorare, e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro. Lavori quarant'anni finchè non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi coi gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finchè non sei bebè. Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi 9 mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni. E alla fine abbandoni questo mondo in un meraviglioso amplesso».

Woody Allen

sabato 30 giugno 2007

Nuovo logo del blog - by Laura


Falco

Fu il sogno di volare solitario
là dove soltanto il falco va
ma era ancora incerto come un pulcino bagnato
che cerca di tornare nel guscio appena nato
e di quel falco cacciator di stelle
pur non avendo le ali mai
gli venne il naso e gambe
a guadagnare un ramo sospeso
e gli occhi andarono lontano
e senza peso...

lunedì 25 giugno 2007

Photo

Rieccomi qui dopo un po' di giorni di pigrizia blogghese!
Vi segnalo che a questo link ci sono le foto del concerto di Baglioni a Treviglio da me modestamente scattate!

sabato 9 giugno 2007

La scienza spiega anche il déjà-vu. Peccato.

Trovarsi in un luogo per la prima volta e avere la certezza matematica di essere già passati di là. Avere una conversazione con un amico e per un attimo sentire che quelle stesse parole le abbiamo già dette e già sentite, in quell'ordine esatto. Chissà dove, chissà quando. Il déjà-vu: un fenomeno 'onirico', tanto affascinate quanto inquietante, che è nell'esperienza di tutti e che non siamo riusciti finora a spiegare scientificamente. Oggi un gruppo di ricercatori americani ha identificato quella parte del cervello responsabile di questa sensazione e già si pensa a una nuova strada per le terapie correlate coi problemi della memoria. Al cuore del cervello umano l'ippocampo è un calcolatore che immagazzina ed che elabora le informazioni collegate alla memoria, fa una mappa dei luoghi e delle esperienze e li archivia per usi futuri. Ma quando due esperienze iniziano a somigliarsi troppo, queste mappe mentali si sovrappongono e in qualche modo si confondono. "Il fenomeno del déjà-vu capita quando questa capacità che abbiamo tocca i suoi limiti" dice il professor Susumu Tonegawa, professore di biologia e neuroscienze al Massachusetts Institute of Technology di Boston. Premio Nobel per la medicina nel 1987, il professor Tonegawa ha presentato i risultati della sua ricerca sul fenomeno del déjà-vu nel numero di Science in uscita oggi.

Si tratterebbe, dunque, proprio di un malfunzionamento del cervello nell'elaborare nuove informazioni. Una problema collegato con la memoria episodica. "L'efficacia di questa capacità che abbiamo è fondamentale per animali intelligenti come l'essere umano, perchè permette di organizzare l'informazione presente rendendola fruibile per il futuro" dice il professor Tonegawa. La sua équipe ha fondato la ricerca su una piccola colonia di topi il cui cervello era stato geneticamente modificato. Una parte precisa del loro ippocampo, infatti, quella chiamata dentate gyrus, era stata privata di un gene, quello cruciale nella gestione di questa capacità del cervello. Privi di questa abilità, i topi sono stati spostati da una gabbia ad un'altra simile, e poi di nuovo riportati nella prima. In una delle due gabbiette i topi venivano colpiti da una leggera scossa elettrica alle zampe; nell'altra gabbia invece no. Gli scienziati, allora, hanno notato che i 'topi modificati' associavano entrambe le gabbie con l'idea del pericolo e cominciavano a irrigidirsi quando venivano portati indifferentemente nell'una o nell'altra: non erano in grado cioè di determinare in quale delle due gabbie venivano colpiti dalla scarica elettrica.

Allo stesso esperimento è stato sottoposto un gruppo di topi non geneticamente modificati che, invece, si irrigidivano soltanto quando venivano introdotti nella gabbia davvero pericolosa. Quando i ricercatori hanno testato l'attività del cervello di queste cavie hanno avuto la conferma che, nel caso dei 'topi modificati' la reazione era la stessa per entrambe le gabbie, mentre il cervello dei topi sani reagiva differentemente nelle due diverse situazioni. Tonegawa ha spiegato che la capacità della memoria che consente agli umani di distinguere velocemente luoghi, facce ed esperienze diverse è collegata all'età e che va impoverendosi nell'invecchiamento. Ed è per questo che spiega: "Dal momento che conosciamo il ciclo a livello molecolare e cellulare di questi processi abbiamo la possibilità di creare farmaci in grado di potenziare queste connessioni". Una strada nuova, insomma , si apre per terapie che combattono malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. La ricerca di Tonegawa offre la risposta a una domanda - qual è la radice scientifica déjà-vu? - e spiega un fenomeno che ha appassionato la psicologia, la neurologia e le scienze per anni. E cha ha inquietato un pochino la vita di ciascuno.

(da Corriere.it, 8 giugno 2007)

mercoledì 30 maggio 2007

Pirati ultimo atto

Le storie dei pirati mi hanno sempre affascinato. Come mi hanno sempre affascinato le spiagge dei caraibi. Dunque non potevo che apprezzare una saga che associa questi due aspetti, pirati dei caraibi appunto, e che è arrivata alla sua conclusione con la pellicola attualmente nelle sale, "Ai confini del mondo", prodotto dalla Disney.
Che dire? Un film ben riuscito quanto i due precedenti, con effetti speciali che confezionano un prodotto di qualità: bellissima, per esempio, la scena in cui l'equipaggio fa ribaltare la nave quando sta tramontando il sole e che vede l'alba dall'altra parte.

Johnny Deep si conferma un attore versatile, che nel personaggio di pirata "pazzerello" ci sta proprio bene: anche esteticamente sembra proprio il suo ruolo. Alcune scene sono piuttosto forti e tendenzialmente splatter, per quanto questo si possa concedere a un film della Disney: la verve comico-surreale che accompagna tutta la pellicola attenua l'insieme, accompagnando lo spettatore in un'avventura di due ore e venti particolarmente emozionante e ricca di colpi di scena e battaglie piratesche mai viste in altri film. Rispetto ai due precedenti film mi è piaciuto più questo, anche perché vengono chiarite alcune questioni lasciate in sospeso nelle "precedenti puntate". A mio avviso è un film da vedere. Il mio voto è 8.

mercoledì 16 maggio 2007

Forse non tutti sanno...

...che è impossibile baciarsi il gomito.
...che la Coca Cola era originariamente verde.
...che è possibile fare salire le scale a una vacca ma non fargliele scendere.
...che il gracchiare di un'anatra (quac, quac) non fa eco e nessuno sa perchè.
...che ogni re delle carte rappresenta un grande re della storia:
Picche: Re David.
Fiori: Alessandro Magno.
Cuori: Carlo Magno.
Quadri: Giulio Cesare
...che moltiplicando 111.111.111 x 111.111.111 si ottiene 12.345.678.987.654.321.
...che se una statua nel parco di una persona a cavallo ha due piedi alzati, la persona è morta in combattimento, se il cavallo ha una delle zampe anteriori alzate, la persona è stata ferita in combattimento, se il cavallo ha le quattro zampe per terra, la persona è morta per cause naturali.
...che il nome Jeep viene dall'abbreviazione dell'esercito americano per le auto "General Purpose",cioè "G.P." pronunciato in inglese.
...che è impossibile starnutire con gli occhi aperti.
...che i destri vivono in media nove anni più dei mancini.
...che lo scarafaggio può vivere nove giorni senza la sua testa, primadi morire.... di fame.
...che gli elefanti sono gli unici animali del creato che non possono saltare.
...che una persona normale ride circa 15 volte al giorno.
...che la parola cimitero proviene dal greco koimetirion che significa "dormitorio".
...che nell'antica Inghilterra la gente non poteva fare sesso senza tener conto del consenso del Re (a meno che non si trattasse di un membro della famiglia reale). Quando la gente voleva un figlio doveva chiedere permesso al re, il quale consegnava una targhetta che dovevano appendere fuori dalla porta mentre avevano rapporti. La targhetta diceva "Fornication Under Consent of the King" (F.U.C.K.). Questa è l'origine della parola.
...che durante la guerra di secessione, quando tornavano le truppe ai loro quartieri senza avere nessun caduto, mettevano su una grandelavagna "0 Killed" (zero morti). Da qui proviene l'espressione "O.K." per dire "va bene".
...che nei conventi durante la lettura delle sacre scritture, quando ci si riferiva a San Giuseppe (San José in spagnolo), dicevano sempre "Pater Putatibus" e per semplificare "P.P.". Ecco perchè si chiamano "Pepe/Pepi" tutti quelli che si chiamano Giuseppe.
...che nel Nuovo Testamento nel libro di San Matteo dice che "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel Regno dei Cieli". Il problema è che san Geronimo, il traduttore del testo, interpretó la parola "Kamelos" come cammello, quando in realtà in greco "Kamelos" è quel cavo d'ormeggio utilizzato per legare le barche ai moli. In definitiva il senso della frase è lo stesso, ma quale visembra più coerente?
...che quando i conquistatori inglesi arrivarono in Australia, si spaventarono nel vedere degli strani animali che facevano salti incredibili. Chiamarono immediatamente uno del luogo (gli indigeni australiani erano estremamente pacifici) e cercarono di fare domande con i gesti. Sentendo che l'indio diceva sempre "Kan Ghu Ru" adottarono il vocabolo inglese kangaroo" (canguro). I linguisti determinarono dopo ricercheche il significato di quello che gli indigeni volevano dire era "Non vi capisco"...

martedì 15 maggio 2007

Image from Lybia / 1