C'è un passaggio del Vangelo che mi ha sempre colpito. E' quando Gesù crocifisso viene insultato da uno dei due ladroni, che gli dice: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". (Luca 23, 39). Gesù invece resta lì, non fa niente per salvarsi, non fa niente perché Dio lo salvi. Anzi, poco dopo, invoca Dio, dicendo: "Padre, perchè mi hai abbandonato?".
Credo che questo sia il momento più profondo dell'incarnazione di Gesù. Cristo ha voluto diventare uomo in tutto e per tutto, in particolare nel momento della sofferenza. Proprio come ogni uomo anche Gesù soffre, si sente abbandonato da Dio. A quante persone è capitato di provare gli stessi sentimenti? Quante volte abbiamo sentito dire di persone che, in procinto di morire, hanno chiesto a Dio una mano e non l'hanno ottenuta? Quanti hanno pregato Dio senza ottenere risposta e quanti ne sono rimasti delusi?
In "Centochiodi" il bergamasco Ermanno Olmi fa dire al suo Cristo, inaspettatamente interpretato in modo eccellente da Raz Degan, all'incirca questo concetto: "Nel giorno del giudizio, non dovrò essere io a dover rendere conto a Dio di aver sprecato la mia intelligenza, ma dovrà essere Dio a rendere conto a me di tutta la sofferenza del mondo". Proprio come Cristo, ogni uomo, nel suo Venerdì Santo personale, si sente abbandonato da Dio, si chiede dove sia, lo implora perché intervenga, ma alla fine ne resta deluso, perché pensa di non meritarsi nemmeno tanta sofferenza, come dice l'altro ladrone crocefisso accanto a Gesù: "Noi lo meritiamo, lui invece non ha fatto niente di male".
"Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!", gridavano i passanti a Gesù. E ancora: "Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo".
Chiunque si sarebbe aspettato un gesto clamoroso. Ma sarebbe stato troppo facile credere così. La vera sfida è quella di credere a qualcosa senza alcuna prova. E, nel frattempo, portarsi appresso ciascuno la propria, pesante croce.