domenica 15 gennaio 2006

Polvere di stelle

Uno dei momenti più tristi della mia vita è stato quando, osservando un indimenticabile cielo stellato dalle montagne austriache, qualcuno si è avvicinato e mi ha detto: «Guarda che le stelle che vediamo adesso potrebbero essere già scomparse». Già, perché la distanza è talmente elevata che la luce ci impiega tanto tempo per attraversare l'universo. Migliaia di anni, durante i quali, appunto, la stella potrebbe essere nel frattempo morta. Ma come fa una stella a morire? Eppure, purtroppo, è così. Ma noi qui sulla Terra, che siamo dei sognatori, non possiamo accettare che una stella possa morire.

Così abbiamo (il plurale maiestatis non implica necessariamente alcun mio merito personale nella vicenda, ovviamente, ma è solo per indicare il genere umano, al quale tuttavia appartengo) inviato una sonda spaziale nientemeno per raccogliere della polvere di stelle. E oggi, per la prima volta, arriverà sulla Terra della vera polvere di stelle. La porterà tra noi la sonda americana Stardust, che ha raccolto la polvere dalla cometa «Wild-2», forse nata dall'esplosione di una supernova. In passato i primi campioni di un corpo celeste portati sulla Terra erano stati quelli delle missioni Apollo sulla Luna.

Dalla polvere stellare gli esperti sperano di ricavare informazioni preziose per poter ripercorrere la storia del sistema solare, a partire dall'epoca in cui è stimata la sua nascita, vale a dire 4,5 miliardi di anni fa. Che poi è tantissimo, rispetto alla durata media della vita umana. Ma cosa ci vogliamo fare? Forse siamo anche noi polvere di stelle.
Fabio
io sperai di esser tra quelli
che camminano le vie ribelli
stelle di stelle
sudici eroi
quei cialtroni degli artisti
scopatori pederasti tristi
incantatori aquilonisti egoisti
quelli che qualcuno cresce
al riparo dalla realtà
fuori dai guai senza un'età
soli
quelli che son tutto e niente
che non vivono mai veramente
ma neanche poi muoiono mai
io in che parole fuggirò
polvere e sere corse via
dentro il bicchiere
clessidra che butto giù
può il cielofinire qui
ci pensi?
i fiori recisi ancora
profumano
ci credi ?
può il mare fermarsi
primadell'orizzonte
lo vedi?
può mai una storia sfuggire
se tu non vuoi morire
senza di noi
anche le stelle bruciate lassù
viaggiano per l'eternità
a illuderci negli occhi
che per sempre c'è
una luce su chi non sa più cantare
come un timbro dolce agro
si staccò da quel suo corpo magro
e un fumo blu l'accarezzò
stanco jazz nello sgabello
madre il suo microfono cullò
e ci soffiò suoni d'uccello
nelle pieghe delle mani
sciolse il tempo con monotonia
sempre così fu questa mia storia
spinse tutto il fiato in gola
e una lunga ruvida parola
e il mondo lì senza di noi
anche le stelle bruciate lassù
dal palco scesero a popolare i sogni della gente
si spense il viso il suo sorriso e la voce

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